Privacy Policy Termini e Condizioni KIEV: un viaggio nel Medioevo Russo - Aqvilifer

KIEV: un viaggio nel Medioevo Russo

ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!

Kiev: un viaggio nel medioevo russo

La Rus di Kiev’ nelle Cronache dei Tempi Passati

Una passeggiata nel cuore di Kiev

↣ Aldo C. Marturano ↢

Dagli scavi fatti Kiev appare, come abitato organizzato,

una città non molto antica (IX sec.)

benché l’area intorno fosse frequentata già da secoli.

Ben difesa e circondata com’è da una palude estesa e difficilmente attraversabile da nordovest e dalla larga ansa del fiume Dnepr giusto prima delle forti rapide

(ben 7 fino alla foce, ne conta Costantino VII!),

ha una posizione militarmente invidiabile e la si può considerare strategica per l’asse fluviale nord-sud della Pianura Russa. La steppa in pratica finisce sulla riva sinistra, di fronte a casa, possiamo dire, ma è importante saperlo per l’altro asse

nord-est sud-ovest o Via dell’O che unisce 

Kiev a Bulgar sul Volga via terra e giustifica il ruolo di centro logistico e di luogo di scambio di Kiev in correlazione con i traffici lungo il Dnepr che incrocia.

Kiev medievale: Città Alta e Città Bassa

Kiev si lascia dividere facilmente in una 

Città Alta e una Città Bassa 

per la presenza delle colline che sovrastano a circa una quarantina di metri sul livello della piatta e estesa riva del fiume. Su questo fantastico palcoscenico già al tempo di Vladimiro gli avvallamenti intercollinari erano stati riempiti per ottenere un più ampio spazio che comprendesse le costruzioni del palazzo (terem) e del santuario col pantheon pagano (kapišče) di cui abbiamo parlato. 

La Fortezza Jaroslav

Jaroslav (1037) aveva allargato ancor più quello spazio, vi aveva costruito una cinta muraria, in massima parte di legno e intervallata da porte monumentali, al cui interno aveva sistemato costruzioni ancor più grandiose di quelle di suo padre con l’aiuto di ingegneri e architetti greci.

Non sappiamo se abbia mai visitato la capitale sul Bosforo come suo padre, ma certamente in Costantinopoli vide il miglior modello da imitare, benché, suo malgrado,

scoprì pure quanto fosse costosa la nuova tecnica del mattone cotto

per il dispendio di legna da ardere necessaria.

Era certo l’unica tecnica possibile affinché le costruzioni durassero in eterno dato che questa pietra fatta dall’uomo non si consumava facilmente né subiva la distruzione del fuoco, ma non si poté d’un colpo solo passare dal legno al mattone.

Alla fine molte costruzioni rimasero ancora fatte di legno per gli anni a venire.

Persino la pavimentazione delle strade continuò ad essere fatta di questo materiale, almeno in via provvisoria… . Se Mosca riuscì a trovare nei secoli seguenti non molto lontano la pietra bianca per ricoprire il suo Cremlino,

Kiev i Carpazi erano, sì, vicini, ma il trasporto di lastre di pietra

in grandi quantità dalle cave risultò praticamente non fattibile.

Mappa di Kiev del X - XIII secolo

D’altronde le città russe, come tante altre città medievali, escluse 

Roma d’Occidente e Roma d’Oriente,

erano costruite soprattutto in legno. Questo prodotto serviva anche per riscaldare nei lunghi e rigidi inverni nordici e, vedersi ora tirar giù alberi in grandissimo numero per farne mattoni e costruire un tempio ad un dio ancora non ben conosciuto, sembrò alla gente davvero un sacrilegio e un grave attentato al benessere collettivo.

Cronache dei Tempi Passati

Ci fu un’aspra opposizione che le Cronache dei Tempi Passati giudicano soprattutto come religiosa e pagana e la nuova chiesa russa intervenne sopendo le proteste fin nei villaggi della foresta dove gli alberi erano abbattuti. Il fatto di aver ordinato che pure in altre due città ossia Novgorod e Polozk si procedesse a costruire templi cristiani più o meno uguali a quelli kievani e di essere riuscito nell’intento, ci dice che alla fine Jaroslav aveva davvero in pugno il potere e l’autorità per governare fin nelle lontane terre nordiche da lui considerate parte della Rus’ di Kiev.

Insomma, chi approdasse sotto la Città Alta,

abbracciava già con lo sguardo verso l’alto immediatamente le punte del tetto del terem e dei palazzi vicini con le bandiere nel vento. Notava pure il possente baluardo di legno che circondava le colline e s’accorgeva allo stesso tempo di avere di fronte a sé un’altra barriera di legno, seppure di imponenza minore, che costituiva il muro di cinta del Podol / Podil o Città Bassa.

In quest’area di riporto del fiume si trovavano

tutte le attività industriali e mercantili disseminate nelle varie costruzioni.

Tre Porte di Kiev

Al centro del Podil c’era una grande piazza del mercato e, quando ancora c’era

il paganesimo imperante,

qui sorgeva l’effigie del dio dei mercanti Veles / Volos detto anche il dio nero.

E non era l’unico mercato esistente a Kiev giacché il vescovo cattolico-romano 

Titmaro di Merseburgo che visitò la città ai tempi di Vladimiro dice di aver saputo di ben 8 altri mercati esistenti in città, probabilmente quasi tutti localizzati nel Podil. Chi ne avesse diritto o uno speciale invito, dal Podil poteva pure accedere alla Città Alta attraverso una delle porte fra cui la più importante era

la Porta d’Oro.

C’era addirittura la Porta dei Giudei 

a riprova che gli ebrei Cazari 

abitavano lì presso e occupavano con la loro autonomia e autorità

una posizione sociale ed economica importante.

C’era la cosiddetta Porta dei Polacchi che guardava invece verso i Carpazi etc.

La saggezza di Kiev: Santa Sofia 1054

Prima di morire nel 1054 Jaroslav, ormai signore assoluto della Rus’ di Kiev, riuscì ad inaugurare la seconda più grande chiesa cristiana dell’Europa medievale, anch’essa dedicata a Santa Sofia, come quella di Costantinopoli.

La costruisce un po’ fuori dalla spianata della Città Alta di suo padre,

grandiosa e con una grande spianata libera intorno.

Ed ecco qualche misura (da P.A. Rappaport) per darne un’idea al nostro lettore.

La superficie totale occupata è un rettangolo di m. 41,70 x 54,60.

Ci sono 12 cupole minori distribuite sui lati quadrati del corpo interiore e una maggiore

con un tamburo del diametro di ca. 8 m.

La chiesa ha ben cinque navate interne e due esterne laterali di complemento.

La scelta di ornarla di numerose cupole permetteva al visitatore al vedere le alte e lucenti guglie di immaginare di quale potere e di quanta ricchezza il knjaz kievano disponesse.

Kiev: la Madre delle città Russe

È notevole l’uso delle scritte in greco nelle chiesa

giacché denuncia il fatto che ancora al tempo di Jaroslav 

non si era ben affermata una lingua ucraino-russa neppure nel clero.

Quel che resta oggi della chiesa purtroppo non è quella di prima giacché il porticato con la loggia superiore che la circondava su tre lati non c’è più per cui è difficile ricostruirsi le processioni e le adunate di popolo con il principe, i suoi famigliari e i dignitari della chiesa che salutavano dalla loggia, sfavillanti nei regali vestiti.

Come abbiamo detto, Jaroslav permetterà che altre due grandi chiese

(sempre intitolate alla Sapienza Divina o Santa Sofia)

siano erette a Novgorod e a Polozk, ma con dimensioni minori della cattedrale kievana

affinché si riconosca che Kiev è la Madre delle Città Russe.

Palazzo terem di Vladimiro

Del terem di Vladimiro e delle sue trasformazioni al tempo di Jaroslav sappiamo pochissimo, ma riteniamo per certo che esso fu rifatto e ampliato e che conservasse magazzini ripieni di ogni ben di dio e fosse fornito di stalle con tantissime cavalcature.

Vladimiro aveva voluto che tutti i notabili avessero i loro terem,

più piccoli e nelle vicinanze del suo,

in modo da poter disporre di loro in ogni momento del giorno e della notte,

così come era già per gli armati.

La collina dello sbandierante terem comunque conservò il ruolo di “cremlino” tradizionale con mura e porte, ma Jaroslav in parte rifece queste mura che raggiunsero un perimetro di oltre 3 km e un altezza media di 16 m. e la prima chiesa eretta in pietra, detta della Decima, al tempo del battesimo della città, non ebbe più la funzione di forziere delle ricchezze del knjaz che passò in altri luoghi.

Se la Città Alta era abitata dalla élite variaga,

slava e bulgara chi abitava il Podil?

Era gente mista sia dal punto di vista etnico sia dei mestieri.

Si potevano sentire parlare più lingue:

dalla koiné slava che si stava giusto formando alla koiné pecenego-bulgara 

come pure il greco.

Dio, Patria e Famiglia Russa di Kiev

Nelle diverse case-fabbriche

inoltre vivevano non soltanto il padrone, ma anche coloro che lavoravano per lui e da lui mantenuti in una quasi schiavitù a pensione completa con figli e moglie.

Naturalmente c’erano pure schiavi veri e propri,

sebbene vigesse l’uso in certi anni sabbatici di ridare loro la libertà e, se essi stessi lo preferivano, di integrarli al resto della “famiglia”. Non era però il caso per certi mestieri e per certi artigiani che erano talmente preziosi e “unici” da addirittura impedire loro tramite mutilazioni corporali di uscire in strada!

Ogni casa era circondata dalla sua cinta di pali verticali di legno

più alta di un uomo medio e con una porta rientrante rispetto alla strada

in modo di lasciar spazio al traffico di carri e carretti rispetto a chi sostava in questa specie di parcheggio sul davanti del portone d’entrata.

Non si aveva però accesso immediato alla abitazione, ma in una corte e qui si poteva scaricare o caricare, dare le bestie da rigovernare etc.

Il padrone di solito occupava la costruzione più alta dell’abitato cittadino e da un balcone poteva sbirciare chi veniva e chi andava nel suo cortile prima di incontrarlo.

La notte ogni porta esterna veniva serrata bene fino all’alba successiva.

L’Arte salverà il Mondo!

Quando parliamo di artigiani non dobbiamo limitarci a pensare alla produzione dell’industria del legno, pur importante per le costruzioni e per il naviglio, perché l’archeologia ci dà informazioni di un’industria metallurgica e di pietre intagliate di buon pregio per la gioielleria, di una della terracotta e di un’altra del bronzo oltre ad industrie alimentari per l’affumicamento e la salagione.

Mancano invece per il momento i mugnai…

è importante notare che i novgorodesi avevano un magazzino con deposito tutto loro dove gestire autonomamente il prezioso traffico delle pellicce… .


L’ arte fa stare bene, l’arte è terapeutica insomma l’arte è medicina e quindi si può ben dire che la bellezza salverà il mondo.

Scritto e Filosofo Russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Antica KIEV – il Principato di Kyvan Rus

Rievocazione Medievale

Situato nella vicina KopachivKyivan Rus Park è un centro culturale di 50 ettari che vuole ricreare, a grandezza reale, la capitale ucraina dal V all’VIII secolo.

Oltre a guardare il calcio su maxischermo, i visitatori possono cimentarsi con

il tiro con l’arco, una gita a cavallo o improvvisarsi fabbri per un giorno.

Oksana Dzenenko, portavoce del parco, ha dichiarato:

Il tema di fondo è ricostruire in modo fedele la Kiev di Vladimir il Grande.

Tutte Le architetture vengono riprodotte con la massima autenticità storica“.

Volodymyr Yanchenko, presidente di Kyivan Rus Park, aggiunge:

Kiev è stata costruita in più secoli, ma il mio obiettivo è costruirla nell’arco di una sola vita. Voglio dare gioia alle persone, ma in un modo che consenta loro di imparare la storia del paese“.

ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!

ATTENZIONE! Regole da rispettare per far nascere un confronto di amanti della Storia con l’obiettivo di sperimentare l’arma della valorizzazione Territoriale per la difesa del Retaggio Culturale e il Mos Maiorum.

Reenactor Luca Caponi