ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!
Lucrezia Borgia sede in Vaticano
in assenza di Papa Alessandro VI
Lucrezia Borgia, non ha mai avvelenato nessuno e dobbiamo rimediare a queste false accuse e il primo passo da compiere è restituire alla donna il ruolo che le spetta nella storia…un posto che le ingiustamente sottratto da generazioni di storici spinti da un disegno politico ben preciso.
“Lucrezia Borgia sede in Vaticano in assenza di Papa Alessandro VI.”
Avvicinandoci al dipinto con aria reverenziale per ammirare la maestria e i colori utilizzati dall’artista inglese dei primi del Novecento, Franck Cadogan Cowper. Il quadro raffigurava Lucrezia Borgia seduta sull’alto trono del Vaticano, circondata da un mare di cardinale vestiti di porpora. Con questa immagine spiegava tutti i secoli di campagna diffamatoria che la figlia del Papa aveva dovuto sopportare. L’avevano chiamata con gli epiteti più dispregiativi, fra cui assassina e puttana incestuosa.
La Borgia violata e condannata dagli storici
Lucrezia Borgia era stata punita dagli storici medievali perché aveva avuto l’audacia di sederci sul trono sacro di San Pietro e di impartire istruzioni papali in assenza del padre. Lucrezia, incarna alla perfezione il tema della donna offesa e privata del suo vero potere nella storia. Nelle varie ricerche, è stato rivelato che le rovinose accuse di incesto mosse contro Lucrezia erano state inventate dal suo primo marito, un bifolco violento che era andato in rovina dopo che il loro matrimonio era stato annullato.
Egli aveva sparso la voce che Lucrezia voleva l’annullamento perché aveva rapporti sessuali sia con il padre che con il fratello. Quelle menzogne infamanti si erano tramandate per secoli, perpetuate dai nemici della tanto invidiata famiglia Borgia.
La famiglia Borgia, appartengono alla stirpe dei Desposyni e dei Rex Deus, tramite il ramo di Sarah-Tamar. I loro antenati erano catari che fuggirono in Spagna. Trovarono rifugio nel monastero di Montserrat e alla fine si stabilirono in Aragona, dove presero il nome Borgia prima di emigrare in Italia. Ma la scelta del luogo non fu casuale e nemmeno la loro leggendaria ambizione.
LA VERITÀ CONTRO IL MONDO!
Rodrigo Borgia era deciso a sedersi sul trono papale, per restituire a Roma a quelle che secondo lui erano i legittimi sovrani. Il fatto che avesse insediato la figlia sul trono indicava in modo emblematico la sua discendenza catara. Naturalmente, nella Via, uomini e donne erano uguali sotto ogni aspetto, compreso il ruolo di guida spirituale. Rodrigo stava facendo una dichiarazione, che in seguito avrebbe causato la rovina della figlia. Purtroppo, ora la storia ricorda i Borgia solo come malvagi macchinatori. Alcuni autori sono arrivati addirittura a definirli la prima famiglia della criminalità organizzata.
È una mostruosa ingiustizia.
L’arte salverà il Mondo, per chi avrà occhi per vedere. Nel tuo riflesso, troverai ciò che cerchi… .
TRILOGIA DELLA MADDALENA
I. Il Vangelo di Maria Maddalena
III. La Stirpe di Maria Maddalena
∞ Autrice Kathleen McGowan ∞
Ciocca di Capelli della governatrice Lucrezia Borgia
Il 25 maggio, Lucrezia trascrisse di proprio pugno
un poema d’amore del poeta aragonese quattrocentesco Lope de Estuniga,
Yo piense si me muriese
Penso che se dovessi morire
E con tutto il mio dolore
Smettessi di bramare
Negare un amore così grande
Potrebbe lasciare il mondo
Senza amore.
Quando ci penso,
Il lungo indugiare nella morte è tutto
Quello che posso desiderare,
Poiché la ragione mi dice
che è una perfetta beatitudine essere preda
Di un simile fuoco.
Est Animum
Bembo rispose con un proprio poema in toscano, la lingua del suo eroe Petrarca, in cui rappresentava se stesso ammaliato dalla bellezza dei biondi capelli di Lucrezia, che lei aveva sciolto sulle spalle in sua presenza e poi di nuovo legato, insieme al cuore del poeta, con le sue mani incommensurabile bellezza. Trecento anni dopo Lord Byron, esaminando alla biblioteca ambrosiana di Milano quelle che definì le più belle lettere d’amore del mondo, rubò un filo biondo dalla cioccia che Lucrezia probabilmente aveva mandato a Bembo in risposta al suo poema appassionato. Questi, insieme al sonetto citato e a un altro, mandò a Lucrezia il primo volume del suo famoso poema in prosa Gli Asolani.
Lucrezia rispose chiedendogli di suggerirle un motti per un medaglione che stava pensando di far preparare, con delle fiamme…Bembo quello stesso giorno tramite un messaggero, rispose con queste parole: al fuoco nell’oro Vostra Signoria m’ha mandato da farvi alcun motto sopra da portar per impresa, non ho saputo dal miglior luogo che l’anima:
perciò potete inscriverlo così: Est animum.
Il loro amore era appassionato, ma in apparenza ancora platonico: qualche tempo dopo questa lettera, Bembo si recò a Ferrara per incontrare Lucrezia, ed ebbero una conversazione intima durante la quale forse si scambiarono dichiarazioni d’amore.
ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!
ATTENZIONE! Regole da rispettare per far nascere un confronto di amanti della Storia con l’obiettivo di sperimentare l’arma della valorizzazione Territoriale per la difesa del Retaggio Culturale e il Mos Maiorum.
Reenactor Luca Caponi