Privacy Policy Termini e Condizioni Fortezza Albornoz - Aqvilifer

Fortezza Albornoz

ATTENZIONELeggere è Conoscenza!

Fortezza Albornoz (ORVIETO)

Albornoz e l’ingegneria militare a Orvieto

Nella parte sinistra di Piazza Cahen sorge la Fortezza Albornoz,

fondata per ordine del Cardinale Albornoz, sotto l’ordine di papa Innocenzo VI e su istruzione del condottiero ed ingegnere militare Ugolino di Montemarte.

FORTEZZA ALBORNOZ: 2 Grandi popoli nel Cuore dell’Umbria

In epoca etrusca,

nell’area in cui sarebbe sorta la Rocca si ergeva un tempio detto, dagli archeologi, Augurale.

Orvieto, era popolato dagli etruschi e la città chiamata dall’antico popolo:

Velzna,

prosperava in ogni fronte del territorio in ambito agricolo e allevamento di bestiame, ceramica ed ogni tipo di Arte nelle mani esperte dei maestri artigiani con l’obiettivo di sviluppare una ricchezza commerciale.

Nel 264 a.C. la Belle Époque di Velzna, termina con l’avanzare delle Aquile Imperiali Romane, assediando con il compito di mettere a ferro e fuoco la città etrusca, per poi debellarla, ottenendo un trionfo nel campo di battaglia.

Dopo secoli di battaglie e conquiste, nasce l’Urbs-Vetus in epoca medievale.

Nell’anno 1359 il Cardinale Egidio Albornoz

(nato a Cuenca, Spagna nel 1310 – morto a Viterbo il 24 Agosto 1367),

legato di Papa Innocenzo VI e legato del Patrimonio,

fece edificare la Rocca di S.Martino,

presso S. Lorenzo delle Donne o delle Vigne, ossia presso il Camposanto.

Il Trionfo del Cardinale

Dopo la vittoria militare e diplomatica del Cardinale,

i suoi Capitani e i suoi Vicari non si sentivano tranquilli senza strutture fortificate e fu decisa la costruzione di una rocca addossata alla Porta Postierla o Soliana, detta poi Porta Rocca, sul limite orientale della rupe.

L’anno dopo ne ebbe speciale incarico il Vicario della Chiesa,

Angelo di Pietro dei Marchesi del Monte S.Maria:

La Cronaca di Orvieto

riferisce che il lavori iniziarono il 25 settembre 1364, a spese del Comune, e sotto la tutela del Conte Ugolino di Montemarte – architetto militare dell’Albornoz che vi fece le stesse “provvisioni” da lui fatte nel 1355 in quella di Ancona

la quale fu riputata e di habitazione nobil cosa fosse in Italia” – coadiuvato da

Giordano del Monte degli Orsini, Capitano del Patrimonio

(per l’occupazione dell’area necessaria, furono distrutti molti edifici importanti).

Di forma quadrilatera, con un palazzotto contiguo alla porta e alle strutture di servizio lungo le mura, la rocca era protetta da un fossato con due ponti levatoi.

Distrutta nel 1390 una nuova rocca fu ricostruita da Antonio da Carpi sul vecchio perimetro, con l’aggiunta di un rivellino circolare (1450-1452) e completata con la revisione di Bernardo Rossellino.

Nel 1395 la Rocca venne quasi del tutto spianata dai Beffati,

Bonifacio IX e Martino V tentarono di ricostruirla, ma vi riuscì nell’impresa di restaurarla il pontefice della Santa Madre Chiesa Niccolò V:

Item Nicolaus arcem quoque in angulo civitatis construxit (1449)

quae nondum perfecta est, custoditur tamen, nec facile oppugnari potest,

rupibus altis et fossis munita profundis”.

Rocca Albornoz e il Pozzo artesiano

Quando Clemente VII, dopo il saccheggio di Roma, alla fine del 1527 si rifugiò ad Orvieto, affinché non mancasse acqua alla città in caso d’assedio, fece scavare presso la rocca il notissimo pozzo artesiano detto di S. Patrizio (1528-1537).

Già nella rocca trecentesca non si era sottovalutato il problema dell’approvvigionamento idrico, risolvendolo con una cisterna, perciò Clemente VII ordinò la costruzione di un altro pozzo ad uso esclusivo della fortezza Albornoz.

Eredità Culturale della Fortezza Albornoz

Della progettazione fu incaricato Antonio da Sangallo il Giovane,

l’architetto che si stava occupando delle fortificazioni della rupe e aveva già fatto indagini metriche e sopraluoghi per localizzare

le falde acquifere che sgorgavano ai piedi del masso tufaceo

(una lapide posta di fronte all’ingresso meridionale

ricorda il restauro del pozzo avvenuto nel 1712 a spese della Camera Apostolica, quand’era castellano della rocca Ludovico Lattanzi).

La Fortezza Albornoz

fu completata da Paolo II e Urbano VIII (1620) e fu poi restaurata da Alessandro VII,

come mostrano le loro armi sulla porta d’ingresso e la seguente iscrizione:

ALEXANDER VII. PONT. MAX. MARIUS CHISIUS S. R. E.CAP. GENERALIS ARCE VETUSTATE COLLABENTE REFECIT ODOARDO CYBO GUBERNATORE REPARATAE SECURITATIS MONUM.POS. URBEVETANA CIVITAS ANNO SAL. MDCLVIII SCIP. MANCINO CONF ET IO PAUL AUGERIO CONS.

Sito Web: Comune di Orvieto

ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!

ATTENZIONE! Regole da rispettare per far nascere un confronto di amanti della Storia con l’obiettivo di sperimentare l’arma della valorizzazione Territoriale per la difesa del Retaggio Culturale e il Mos Maiorum.

Reenactor Luca Caponi