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FALCONUM ET ARTE VENANDI

ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!

Falconum et arte venandi

De Arte Venandi cum Falconum

I sovrani ed i signori medievali erano appassionati di caccia, coltivando l’amore per la falconeria.

L’esercizio della caccia procurava carne fresca, costituendo un realistico addestramento alla guerra e permetteva ai cavalieri di dimostrare il loro coraggio

nell’affrontare a viso aperto degli animali selvaggi pericolosi, come il cinghiale.

Falconeria Freddy

Ex Amor Falconum

I sovrani ed i signori medievali erano appassionati di caccia,

coltivando l’amore per la falconeria.

I monarchi Normanni riservarono al proprio esclusivo uso vaste aree delle foreste inglesi, stabilendo delle severe pene ai bracconieri ed a chiunque violasse le riserve reali. Gli animali cacciati andavano dal daino al cinghiale, dagli uccelli ai conigli.

I cavalieri cacciavano spesso a cavallo, ricavandone una grande eccitazione ed un buon allenamento al combattimento. Talvolta, invece, erano i battitori a spingere la preda a ridosso dei cacciatori appostati. Erano usati per la caccia anche archi o balestre, il che forniva un’utile familiarità con questa armi. La caccia con il falco era altrettanto diffusa, e gli uccelli ben addestrati erano molto ricercati. Solo i membri dell’alta aristocrazia, in realtà, avevano la possibilità di addestrare falconi di razza.

Canis, Falconum et armis venandi

Un altro prezioso alleato del cacciatore era il cane, che veniva fatto oggetto di attenzioni continue. Gastone Febo di Foix raccomandava l’uso di certe erbe contro la rogna, le affezioni degli occhi, degli orecchi e della gola, e persino la rabbia. Le zampe, punte dai rovi, richiedevano molta attenzione. Gli arti lussati venivano sistemati dai “conciaossa”, e le fratture erano, naturalmente, immobilizzate con stecche.

Una delle armi più versatili e diffusa era la balestra. Poteva essere usata anche da cavallo e si poteva facilmente ricaricare con una leva a piè di porco o con un avvolgitore a manovella.

Dal momento che la corda era tirata sino al nottolino d’arresto e vi si fissava,

scattando se si tirava il grilletto, la balestra poteva essere portata in giro già armata, pronta all’uso in caso si avvistasse qualche preda.

Le balestre da caccia erano spesso sontuosamente decorate.

Per la caccia al cinghiale veniva usata una lancia.

Questa particolare arma era solida e pesante, capace di bloccare un cinghiale in corsa, od anche un orso. Per impedire che la punta penetrasse troppo a fondo in profondità nelle carni della preda, era prevista una sbarretta sporgente a mezz’asta. Anche le spade per la caccia al cinghiale avevano la lama con due sporgenze laterali.

Infine, un’ultima annotazione particolarmente gradita dal gentil sesso, anche alle donne era permesso partecipare alla caccia.

ATTENZIONE: Leggere è Conoscenza!

ATTENZIONE! Regole da rispettare per far nascere un confronto di amanti della Storia con l’obiettivo di sperimentare l’arma della valorizzazione Territoriale per la difesa del Retaggio Culturale e il Mos Maiorum.

Reenactor Luca Caponi